Lettera di apertura del GAS

NAPOLI 5 ottobre 2007

Lettera aperta a tutti gli interessati alla partecipazione al Gruppo D’Acquisto Solidale dell’Associazione onlus Piediperlaterra.

Cari interessati al GAS Piediperlaterra, chi vi scrive è il presidente dell’associazione Vincenzo Dina.
Quest’anno abbiamo deciso di riprendere le attività con tantissimo entusiasmo, sia perché la situazione qualitativa degli alimenti che ci viene proposta dal mercato non sembra andare verso un miglioramento, sia perché la situazione economica generale sembra peggiorare per i consumatori così come per gli agricoltori che producono le materie prime … e allora la solita domanda: chi è che si straarricchisce alle spalle di tutti? Perché essere costretti in meccanismi di economia globale e rimanere schiavi di ingranaggi dai quali non traiamo alcun vantaggio se non in senso negativo?

La nostra esperienza ci ha fatto capire che possiamo organizzarci ed in gruppo uscire dal sistema per seguire una via parallela nella quale dettare noi i parametri, senza intermediari, senza vincoli e senza costrizioni. Possiamo riprenderci un poco di autonomia e costruirci la nostra realtà senza dovere dare spiegazioni particolari… è possibile insomma scegliere.

Telegiornali e rubriche televisive spiegano e raccontano di quanto la situazione ambientale sia tragica, di come la popolazione italiana sia sempre più povera e di come le persone comuni non riescono ad arrivare alla fine del mese. La farina a causa di scelte macroeconomiche legate alla produzione di biomassa per l’ottenimento del biocarburante, sta aumentando di prezzo; il pane in alcune regioni costa sino a 5 euro il chilo … perché aumentano i costi di gestione per gli esercizi commerciali, ma la farina sta aumentando di 20 centesimi non di più ed il pane dopo mezza giornata e già quasi duro.

L’agricoltura e l’alimentazione biologica sembrano essere una buona mediazione qualitativa sia per l’ambiente nel quale viviamo e vivranno i nostri figli, sia per la qualità della nutrizione che è giusto riservare a noi stessi. La diatriba non è credere o non credere al biologico, bensì è una questione di chimica; e possiamo spiegarlo con un esempio assai familiare a Napoli. Se viviamo in una città piena di smog è chiaro che vivere accanto ad un parco pieno di alberi o a primo piano di una via ad alta densità di traffico non sarà proprio la stessa cosa. Si è vero lo smog è in tutta la città, ma sicuramente chi vive vicino al parco con gli alberi ne respirerà un poco meno rispetto all’altro. Alla stessa maniera se l’ambiente è inquinato e noi utilizziamo alimenti coltivati con veleni diventa come vivere al primo piano della strada altamente trafficata se invece utilizziamo alimenti privi di tali sostanze riduciamo, almeno in parte, la nostra esposizione a tali sostanze nocive.
Sempre per mantenere l’esempio di Napoli tutti potrebbero dire: abitare vicino ad un parco ha però un costo altissimo che non tutti possono permettersi, come in paragone è proibitivo acquistare alimenti biologici nei negozi specializzati. Il problema però nel caso degli alimenti si risolve nel momento in cui nasce il GAS che, creando una rete tra produttori e consumatori, abbatte tutti quei costi di intermediazione che fanno aumentare smisuratamente il prezzo al dettaglio. Il produttore vende generalmente ad un prezzo pari almeno alla metà di quello che si trova nel bancone del negoziante (altre volte il ricarico arriva anche al 200% rispetto al prezzo di chi produce). Questo ha come conseguenza il fatto che gli agricoltori non vedono valorizzato il proprio sforzo e con il passare del tempo abbandonano e ricominciano ad utilizzare i metodi convenzionali, ovvero quelli a base di concimi di sintesi chimica, di diserbanti e di pesticidi.

In sintesi il GAS offre i seguenti vantaggi che si ripercuotono sul settore economico e su quello ambientale:

A) Settore economico: permette di acquistare direttamente dai produttori offrendo loro la possibilità di relazionarsi con un “cliente” con un potere di acquisto interessante ( ad es. 50 famiglie di 4 persone ciascuno, spendono un minimo di 40€ la settimana per mangiare. 50x40=2000€ a settimana) il che permette ai soci del gruppo, di acquistare al prezzo di costo con prezzi talvolta anche più convenienti di quelli al dettaglio, di alimenti non biologici. Vedi allegato con listino dei prodotti attualmente disponibili per queste prime settimane del GAS.


B) Settore ambientale: permette di dare fiducia ai produttori di biologico… e magari un giorno potremmo anche essere in grado di costituire, assieme agli altri gas italiani, un bacino di utenza in grado di stimolare l’aumento della quantità di terreno coltivata biologicamente riducendo la quantità di sostanze nocive per l’ecosistema (diserbanti, fitofarmaci, pesticidi e concimi di sintesi) con grande beneficio per il futuro del pianeta che sempre più mostra le sue intolleranze attraverso i tragici episodi che sempre più frequentemente si verificano.


Gli esempi e le spiegazioni di come funziona il mercato globale potrebbero essere tantissimi, ma attualmente ci sembra opportuno che ciascuno con le proprie motivazioni faccia il piccolo sforzo che può fare per cominciare ad attivarsi ed uscire dalla massa per costituire nicchie nelle quali trovare il proprio vantaggio sia economico che etico che sociale.
Il resto delle informazioni e delle controinformazioni che spesso spiegano in maniera più veritiera quello che succede, speriamo di farle rientrare in una piccola rubrica sul nostro futuro sito internet al fine di aumentare la coscienza del consumo consapevole …

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